Metro C, Metro D e tram a Roma: perché fare le fermate nel centro storico è così complicato
Nel nuovo progetto della Metro D è stata eliminata la fermata San Silvestro, situata nel cuore del centro storico. Per quanto riguarda la Metro C, invece, sarà realizzata la fermata intermedia tra piazza Venezia e San Pietro presso Chiesa Nuova. Nonostante l'abbandono dell'ipotesi di Largo Argentina e il voto unanime dell'Assemblea Capitolina su un ordine del giorno che chiedeva al sindaco di individuare soluzioni alternative, la stazione di Chiesa Nuova verrà costruita. Esaminare altre opzioni sarebbe risultato troppo complesso, sia in termini di tempi che di costi.
Nella stessa area, lungo corso Vittorio Emanuele, è previsto il tracciato del nuovo tram TVA (Termini-Vaticano-Aurelio), progetto che non manca di suscitare perplessità.
Ma perché è così complicato realizzare fermate della metropolitana nel cuore del centro storico di Roma? Tralasciando i ritardi, la mancata programmazione e le lungaggini amministrative, la risposta è semplice: il delicato equilibrio storico-archeologico di quel quadrante della città rende estremamente complesso qualsiasi intervento. In altre parole, il "problema" – o forse il merito – va attribuito agli straordinari tesori archeologici che giacciono ancora nel sottosuolo di Roma.
La stazione San Giovanni della Metro C è già un esempio di stazione-museo, e lo diventerà anche la futura fermata di piazza Venezia, che sarà un'enorme stazione-museo. Ma quali segreti nasconde il terreno sotto corso Vittorio Emanuele?
In quella zona si estendeva il Campo Marzio, una delle zone più ricche di monumenti della Roma antica. Negli scavi preliminari, infatti, sono state riportate alla luce strutture che sembrano appartenere all'Athenaeum di Adriano e al Gymnasium greco di Nerone.
In uno studio condotto dall'archeologa Fedora Filippi, viiene spiegato che "nell’ambito delle indagini preliminari per la realizzazione della Linea C della metropolitana di Roma, la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma ha diretto scientificamente la realizzazione di 10 sondaggi lungo l’asse di corso Vittorio Emanuele II finalizzati alla conoscenza delle preesistenze archeologiche e alla conseguente definizione delle Stazioni previste nel progetto preliminare a largo Argentina, piazza della Chiesa Nuova e piazza Paoli".
Le indagini hanno riguardato, in altre parole, "un’area urbana ad altissima sensibilità archeologica, qual’è il Campo Marzio occidentale".
Lo storico e filosofo Strabone, primo secolo avanti Cristo, descrive così l'area del Campo Marzio:
"Superiore a tutto è il Campo Marzio, ornato sia dalla natura che dall’opera dell’uomo. La grandezza della pianura è meravigliosa, tutta aperta alle corse dei carri e dei cavalli e alla così grande moltitudine di quelli che si eserci- tano alla palla, nel cerchio e nella ginnastica; e le opere situate tutt’intorno e il terreno verdeggiante di erbe tutto l’anno e le corone dei colli che arrivano al fiume fino all’alveo, offrono una veduta scenografica, dal cui spettacolo non puoi staccarti. Vicino poi a questa pianura vi è un’altra pia- nura, e moltissimi portici intorno, e selve, e tre teatri, e un anfiteatro, e templi magnifici l’uno accanto all’altro, di modo che tutta la rimanente città può stimarsi quasi un sob- borgo del Campo Marzio. Perciò ritenendo i Romani sacro e venerabile questo luogo posero colà i sepolcri dei più nobili uomini e donne …"